“Stava, come la nuda estate,
là dove sbatte il mare,
mai sazia delle infinite carezze dell’onde,
il suo crine sbattuto ora a manca ora a dritta,
le sue forme come spumeggianti scogli.
Ed io Zefiro,
come vento lieve,
respiro il suo respiro,
e volo via”.
Chissà cosa ne penseranno le mie amiche e i miei amici poeti!